Artista poliedrica ed innovativa, Cindy Sherman oltre ad essere regista è anche fotografa. I suoi famosi scatti sono self-portraits, ritratti di sé stessa nei quali appare travestita recitando un ruolo. Attraverso questo lavoro (che richiama lo stile di Duchamp), la Sherman lavora il proprio viso come fosse la tela di un quadro, adottando la finzione filmica tipica del suo lavoro come regista giocando con travestimenti, amatorialità e ricerca di sé stessi intesi come diverse entità, rimandando alla fragilità dell’io di fronte ai meccanismi di identificazione e di riconoscimento sociale.
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